La Gita della Fioritura ed i mandorli in fiore

Ciro Ferrigno in ‘50 Anni di gite’ narra che restò ammaliato di questi alberi bianchi come la neve, carichi di fiori, distese che si perdevano all’orizzonte ai lati, di fronte, dietro a bordi della strada

Foto tratta dalla pagina di Facebook di Ciro Ferrigno

(Fonte Ciro Ferrigno 50 Anni di gite)

Da sempre la gita di marzo è la “Gita della Fioritura” per il periodo dell’anno e cade normalmente la domenica più vicina al 21, quando entra la primavera ed è prossima la Settimana Santa che precede la Pasqua. Quasi sempre questa gita ha per meta la Puglia dove, per le condizioni di luce e di esposizione al sole, gli alberi fioriscono prima.

Partecipare alla Gita della Fioritura significa seguire un rituale consolidato negli anni, che prevede le fotografie vicino agli alberi fioriti, spesso abbracciando il tronco o baciando un ramo in fiore. Non manca la sosta nelle chiese e cattedrali, dove sono esposti preziosi Crocifissi, statue dell’Ecce Homo e dell’Addolorata in un tripudio di fiori, ceri e lampade accese. Tante volte sono visibili i Misteri che saranno portati in processione il Venerdì Santo. In Puglia i riti della Settimana Santa sono sentiti almeno quanto da noi. Ricordo le visite alle Confraternite di Noicattaro, Conversano, Molfetta, Canosa di Puglia, Ruvo di Puglia, la calda accoglienza e la gioia di mostrarci i Misteri o le statue processionali, spesso autentiche opere d’arte.

Ma la gita della Fioritura del 2004 ci vide protagonisti di qualcosa di eccezionale, ebbe un risvolto inatteso. Avevamo appena lasciato alle spalle Corato, della quale avevamo visitato il centro storico ed avevamo imboccato la statale 378 che in poco più di quaranta chilometri ci avrebbe condotti a Gravina di Puglia. Ci trovammo proiettati letteralmente nel paradiso terrestre, perché iniziavano quaranta chilometri di mandorli in fiore. Non ho mai più rivisto un qualcosa del genere. Ai bordi della strada, alberi bianchi come la neve, carichi di fiori, distese che si perdevano all’orizzonte ai lati, di fronte, dietro. Fermammo il pullman più volte per scendere e fotografare e ognuno di noi sembrava Alice nel paese delle meraviglie. Fiori bianchi con impercettibili sfumature di rosa, rami carichi di fiori che pendevano sotto il peso della primavera, tronchi contorti, bianche nuvole di fiori all’orizzonte o distese di neve candida; la fantasia costruiva mille scene diverse ed ognuno immaginava un qualcosa che sfuggiva all’altro. Mille esclamazioni riempivano l’aria ed era palpabile quel desiderio forte di riempirsi gli occhi, fotografare per catturare le immagini di un qualcosa che sarebbe stato difficile spiegare agli altri.

Poi giungemmo a Gravina, alta su di un immenso dirupo, città bianca con bellissime chiese, stradine caratteristiche ed angoli suggestivi da fotografare, grotte e chiese ipogee. Intorno ancora alberi in fiore per farci esclamare quasi all’unisono: ma quanto è bella, questa nostra Italia!

(Fonte Ciro Ferrigno – 50 Anni di gite)

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