Napoli, si ripete il miracolo del sangue di Santa Patrizia

La liquefazione è avvenuta nel giorno dedicato a lei ed in centinaia di fedeli hanno affollato la chiesa di San Gregorio Armeno, dove si trovano le sue reliquie, ed è protettrice dei single

Foto tratta da santidelgiorno.it

Redazione – A Napoli si è ripetuto il miracolo del sangue di Santa Patrizia che è la compatrona della città partenopea.

La liquefazione è avvenuta nel giorno dedicato a lei ed in centinaia di fedeli hanno affollato la chiesa di San Gregorio Armeno, dove si trovano le sue reliquie, ed è protettrice dei single.

Ogni anno il 25 agosto si ripete la liquefazione del sangue, ma essa avviene anche in altri giorni dell’anno, ogni martedì, giorno del suo martirio.

La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal vescovo ausiliare di Napoli, monsignor Gennaro Acampa, che a fine messa ha invitato i fedeli a visitare il chiostro di San Gregorio Armeno – a pochi passi dall’omonima chiesa – per vedere da vicino l’ampolla contenente il sangue della Santa. Infatti in passato, prima della pandemia l’ampolla veniva presa da una suora nelle sue mani e fatta baciare dai fedeli, dopo il covid non è stato più così.

Patrizia è la Santa protettrice delle single e delle ragazze in cerca di marito che durante l’anno si recano sulla sua tomba a pregare, al fine di ricevere un buon matrimonio, ma è anche la protettrice dei navigati, delle partorienti e dei bisognosi.

La Santa, nata forse nel 664, proveniva da una nobile famiglia di Costantinopoli, ed era anche la discendete dell’Imperatore Costantino, ma decise di spogliarsi delle sue ricchezze per aderire al desiderio di Gesù di vederla vergine consacrata.

Si narra che Patrizia, mentre era diretta verso la Terra Santa, fu sorpresa da una terribile tempesta che la fece naufragare a Napoli, sull’isolotto di Megaride, dove diede vita ad una comunità dedita alla preghiera ed all’assistenza ai bisognosi. Morì giovanissima, a soli 21 anni, nel 685 d.C.

Qui rimase le sue spoglie che, dopo essere state custodite all’interno del Castel dell’Ovo, nel 1864 furono traslate nella Chiesa di San Gregorio Armeno dedicata alla Santa.

GiSpa