Piano, Marina di Cassano: Wwf insorge su marciapiede

Tutto da quando sono arrivate decine di segnalazioni di cittadini che avevano appreso del cantiere edile sulla spiaggia

Foto di Diego Ambruoso

 

Piano di Sorrento – Il Wwf Terre del Tirreno insorge sul marciapiede in costruzione a Marina di Cassano.

Si tratta di un primo tratto delle larghezza di 1,50 centimetri e della lunghezza di circa 120 metri. E’ il primo tratto di una passeggiata con vista mare che sarà realizzata nell’ambito del primo stralcio (importo previsto 140.000 euro circa, interamente versati dai concessionari demaniali che lavorano nel sito) di un progetto del Comune.

Tutto da quando sono arrivate decine di segnalazioni di cittadini che avevano appreso del cantiere

cantiere edile sulla spiaggia, proprio in prossimità di una sorgente di acqua dolce presso la quale una colonia di anatre si abbeverava da tempo.

Il WWF Terre del Tirreno ha quindi inviato subito una nota all’amministrazione comunale e alle forze dell’ordine segnalando come, a Marina di Cassano, erano in corso lavori edili di cementificazione della spiaggia che avevano intercettato una storica sorgente di acqua dolce, proveniente dalla falesia tufacea retrostante, chiedendo di accertare la legittimità delle opere in corso e la loro conformità ad eventuali atti autorizzativi rilasciati dagli enti preposti.
Successivamente l’associazione del Panda visionava alcuni atti del progetto dai quali appariva che il fantomatico allargamento della strada, per costruire un marciapiedi in cemento e basolato per il transito dei pedoni , era stato autorizzato!
“E’ assurdo e da non crederci – dichiara il presidente del WWF Terre del Tirreno – nel 2020 c’è ancora chi vorrebbe spacciare la cementificazione di un pezzo di spiaggia per “riqualificazione”? La commissione del paesaggio per giustificare l’autorizzazione delle opere sostiene che il marciapiede “valorizza il rapporto visivo e funzionale tra la pubblica strada e il mare” , ma ancora più assurda è la considerazione della Soprintendenza che scrive: “il progetto può comportare una riqualificazione di tutto l’arenile che versa in condizioni di degrado perchè attualmente occupato da barche e strutture precarie”… ovvero il degrado sono le barche e le strutture precarie… e che si fa? Invece di eliminarle si elimina la spiaggia! Ed ecco che, come in un triste incantesimo, sabbia, acqua e pietre verranno trasformate in grigio cemento! Ma davvero solo questo sappiamo fare?  Verrà un tempo in cui racconteremo ai nostri nipoti di quando eravamo felici e correvamo con i piedi nudi sulla sabbia.

“Non ci vuole certo un premio Nobel per costruire un marciapiede – aggiunge Claudio d’Esposito che non ci sta a vedere sparire l’ennesimo tassello di spiaggia di Piano di Sorrento – se ne fanno in tutte le strade di ogni città o periferia del mondo! Ben altra cosa è realizzare una spiaggia, di solito ci riesce solo Madre Natura ed impiega milioni di anni per farlo! Eppure c’è chi continua a vedere nella sabbia “inutile polvere” da eliminare! Sono gli stessi che vedono negli alberi solo fastidi, problemi, sporcizia e pericoli e che, se solo potessero, “riqualificherebbero” il mondo intero con asfalto, cemento e comodi pavimenti! Quello che taluni amministratori non comprendono è che ogni metro quadro di terra, di verde e di sabbia persa lo è per sempre! Sarebbe stato molto più bello, economico ed ecocompatibile, progettare un camminamento in legno con un pontile rialzato su pali infissi nella sabbia. Ma appare chiaro che, in questa benedetta terra, se non si mettono in moto le “betoniere” l’economia (quella del calcestruzzo armato dai soliti noti) non gira di certo! Infine c’è da dubitare che su quel marciapiedi transiteranno pedoni, molto più probabile che sosteranno tavolini e sedie di locali vari.”