È tornato alla casa del Padre don Vincenzo Simeoli

Ha lasciato la vita terrena a 76 anni nella sua Capri dopo la lunga parentesi in costiera sorrentina

 

Redazione – Don Vincenzo Simeoli è tornato alla casa del Padre.

Ha lasciato la vita terrena a 76 anni nella sua Capri dopo la lunga parentesi in costiera sorrentina, ed era un uomo custode delle tradizioni contadine è stata una delle menti storiche e divulgatrici più prolifere ed attendibili della storia antica dell’isola azzurra.

Nacque a Capri il 18 giugno del 1944 è stato ordinato sacerdote il 4 aprile del 1987, era laureato in lingue all’università Orientale di Napoli, avviato ad una brillante carriera nel settore turistico alberghiero nel quale lavorava da oltre vent’anni ricoprendo l’incarico di direttore presso alcune prestigiose strutture ricettive dell’Isola. Parroco in solido presso la chiesa di Marina Grande a Capri e cappellano presso l’ospedale cittadino, don Vincenzo aveva quarant’anni quando rispose alla chiamata di Cristo, avvertendo la necessità di intraprendere il cammino eucaristico. È il 4 aprile del 1987, prelato nell’anno in cui Capri festeggiava il millenario dell’elevazione a dignità metropolita, don Vincenzo venne ordinato sacerdote dall’allora Vescovo Antonio Zama nella chiesa di San Costanzo. Reduce dagli studi presso i Gesuiti di Posillipo e successivamente all’università Orientale di Napoli, don Vincenzo scelse così la strada del sacerdozio. Dopo gli studi teologici gli incarichi parrocchiali in penisola sorrentina dove è stato prima vice parroco e parroco nella basilica della Santissima Trinità di Piano di Sorrento, parroco a Preazzano di Vico Equense, vice parroco a Mortora e parroco a Schiazzano di Massa Lubrense. Questo il peregrinare prima del trasferimento a Capri, sua terra natia, avvenuto nel 2005. Le radici amalfitane e la grande devozione a Sant’Andrea, patrono di Amalfi, hanno accompagnato il cammino di don Vincenzo. Il prelato, infatti, ha sempre incrociato negli anni in cui ha svolto i ruoli di guida parrocchiale, più di una icona che riconduceva al culto di Sant’Andrea. In particolare nella parrocchia di Trinità a Piano dove e presente una tela dell’apostolo del 1600 ed a Capri dove è custodita una statua del 1700.

Autore di numerosi testi e volumi, nel 2018 don Vincenzo Simeoli pubblicò “Capri e la sua diocesi” una grande opera storica, dove colma un vuoto nella storiografia caprese. Nel testo frutto di anni di ricerca, infatti, oltre a documentare cronologicamente l’avvicendarsi dei vescovi nella Diocesi di Capri, documenta – indirettamente – le abitudini e i comportamenti della popolazione locale nel corso dei secoli, ancor prima che i viaggiatori scrittori cominciassero a farlo.

Nei documenti proposti compaiono cognomi sorrentini, amalfitani, di proprietari, di piccoli appezzamenti di terreno e di case sull’isola a dimostrazione della influenza esercitata da Amalfi e Sorrento nel periodo medievale. Alcune famiglie amalfitane avevano sull’isola attività commerciali e proprietà: “tantas petias de terra”, come si ritrova in un documento del tempo. Molte di queste famiglie si radicarono sul territorio dell’isola e diventarono famiglie importanti e facoltose che espressero, in massima parte, vescovi, notai, canonici, presbiteri, cantori. l documenti “fotografano” i passaggi di proprietà, le enfiteusi, i lasciti testamentari, la fondazione di monasteri, conventi e cappelle; testimonianze preziose per il ricercatore che si propone di studiare le trasformazioni dell’isola.