Terremoto turco-sirano sulla faglia Est Anatolica: terra mossa di 3 metri

Lo ha affermato all’Ansa il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e probabilmente si è deformata la costa turca e quella cipriota

Foto tratta da MetroNews

Redazione – Il devastante terremoto turco-sirano è avvenuto sulla faglia Est Anatolica e la terra spostata di 3 metri.

Lo ha affermato all’Ansa il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e probabilmente si è deformata la costa turca e quella cipriota.

La magnitudo è stata di 7,8 e la scossa distruttrice è avvenuta nella notte, poi ci sono state una ventina di repliche, la principale delle quali di magnitudo 6.7 e molte di magnitudo oltre 5, ed anche una di 7,5 durante la mattina del 6 febbraio.

Il sismologo Amato all’agenzia Ansa ha affermato: “Il sisma è avvenuto sulla faglia Est Anatolica, nel punto triplo dove convergono il blocco anatolico, quello arabico e quello africano”.

Come suddetto, la terra si è spostata di 3 metri lungo la suddetta faglia: “Lungo questa faglia avviene un movimento orizzontale, ossia di tipo trascorrente. È una faglia che corre dal Mediterraneo verso Nord-Est, quasi fino al Mar Nero, e si ricongiunge con faglia Nord Anatolica che arriva fino a Istanbul”.

Intanto nelle zone siriane non controllate dal governo di Damasco la Protezione della zona a confine con la Turchia ha affermato che molti villaggi sono stati rasi al suolo.

Lo stesso sismologo Alessandro Amato, specifica che “probabilmente arrivata a deformare la costa. Si sono infatti osservate anomalie nel livello del mare in tre punti, in Turchia e a Cipro che hanno fatto scattare l’allerta tsunami”.

Si temeva che potesse innescarsi uno tsunami per cui “per tutta la notte abbiamo seguito la situazione attraverso i punti di osservazione in Turchia, Grecia e Cipro. In Italia l’arrivo di un’onda di tsunami era previsto intorno alle 6.30 nelle zone a Sud-Est, ma poi l’allerta è stata chiusa”.

Marlène Brax, direttrice del centro libanese di geofisica, che fa parte del Consiglio nazionale delle ricerche scientifico (Cnrs) di Beirut, che è stata consultata dal quotidiano libanese L’Orient-Le Jour, edito a Beirut dove si sono avvertite in maniera distinta le scosse di questa notte e di stamattina, ha riferito che il terremoto turco-sirano è il più violento dal 1202.

La stessa Brax cita che i dati storici e di archivio, parlano di un terremoto di magnitudo 7,5, il quale si verificò lungo la cosiddetta faglia del Levante, che corre dai monti Tauro in Turchia fino in Palestina passando per la Siria costiera e il Monte Libano.

GiSpa