Amalfi, al Chiostro del Paradiso rinvenute sepolture medievali: Ferrarelle finanzierà restauri

L’antico cimitero dei nobili amalfitani realizzato tra il 1266 e il 1268

Tracce delle sepolture medievali sono state rinvenute, ad Amalfi, nel corso dei recenti lavori di restauro del Chiostro del Paradiso del Duomo, l’antico cimitero dei nobili amalfitani realizzato tra il 1266 e il 1268.

Il necessario rifacimento della pavimentazione è stato promosso dal Museo Diocesano di Amalfi sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino (funzionario responsabile di zona Lina Sabino).

«L’esame diretto dei rinvenimenti motivava l’indifferibile esigenza di effettuare indagini archeologiche con lo scopo di documentare e tutelare quanto emerso con l’elaborazione di un progetto di scavo e di valorizzazione» ha spiegato in una nota la Soprintendenza.

Coivolto anche il DiSPAC dell’Università di Salerno che, con la supervisione della Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino, diretta da Francesca Casule, curerà la direzione scientifica dello scavo, affidata alla professoressa Chiara Lambert, a partire da oggi, 18 novembre. E il finanziamento necessario alla realizzazione dell’opera sarà garantito dalla Ferrarelle S.p.A., nota azienda di acque minerali campana che ha manifestato ancora una volta una non comune sensibilità nel sostenere il patrimonio culturale del territorio.

IL CHIOSTRO DEL PARADISO

È l’antico cimitero dei nobili di Amalfi che fu realizzato tra il 1266 e il 1268.
Il fascino degli inconfondibili archi intrecciati, sostenuti da 120 esili colonnine, regala il forte sapore d’Oriente.

Lungo la galleria sinistra del chiostro, candido peristilio dai cui archi trapela all’interno il verde del piccolo giardino mediterraneo, sono esposti vari sarcofagi, tra i quali spiccano quelli raffiguranti il Ratto di Proserpina e l’Unione di Marte con Rea Silvia della seconda metà del II secolo d. C.

Sullo stesso lato si possono ammirare i frammenti in marmo con decorazioni a mosaico degli antichi amboni della cattedrale, commissionati dall’Arcivescovo Dionisio (1174-1202) e realizzati da artisti attivi nella stessa Amalfi.

Proseguendo la visita, possiamo fermarci un momento al centro del suo lato nord per riprendere una caratteristica inquadratura del campanile della cattedrale
(1180-1276) con la torre campanaria ornata di maioliche policrome in stile moresco.
Sul fondo sono visibili le cappelline funerarie del chiostro: di grande interesse quella con l’affresco del Cristo Pantocrator della seconda metà del Duecento e subito dopo quella con la Crocifissione attribuita a Roberto d’Oderisio, il principale pittore attivo in Campania a metà del Trecento, che fu efficace divulgatore dello stile giottesco.
Si prosegue fino in fondo per entrare nella basilica del Crocifisso passando attraverso la cappella gentilizia dei Corsano con l’interessante ciclo di affreschi di XIV secolo, purtroppo molto deteriorato, attribuito alla bottega del Cavallini, in cui figurano la Dormitio Virginis e schiere di santi e profeti.

www.museodiocesanoamalfi.it

Fonte ilvescovado.it