Coronavirus in Cina, prime trasmissioni uomo-uomo da dicembre. Prima dell’allarme

Lo indica l’analisi che ricostruisce le prime fasi dell’epidemia. L’età media dei malati individuata a 59 anni, la metà dei quali è over 60

ROMA – Risalgono a metà dicembre i primi casi di trasmissione da uomo a uomo del coronavirus 2019-nCoV e sono quindi precedenti perfino alla notifica dei primi casi dell’infezione in Cina. È quanto emerge dall’analisi che ricostruisce le prime fasi dell’epidemia, nelle quali i contagi sono raddoppiati ogni 7,4 giorni. Con l’età media dei malati individuata a 59 anni, la metà dei quali è over 60. Pubblicata sul New England Journal of Medicine, l’analisi si deve al Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc).

La ricerca è stata fatta sui primi 425 pazienti, un numero che comincia ad essere buono per poter tracciare una sorta di identikit dell’epidemia. Nello studio ci sono poi altri dati molto interessanti. Tra questi il fatto che non si sia ammalato nessuno sotto ai 15 anni, che il tasso di contagiosità è 2.2 (l’Oms stimava tra 1,4 e 2,5) mentre la Sars era 3. E quindi, oltre che meno letale, il nuovo coronavirus è anche meno contagioso.

C’è un però che lo differenzia da altri casi: il virus ha iniziato a circolare molto prima che ce ne accorgessimo. A metà dicembre era già iniziata la trasmissione da uomo a uomo e quindi ha avuto ben due settimane per espandersi senza che nessuno se ne accorgesse, senza alcuna limitazione. C’è poi un altro problema: ci si aspetta che le misure restrittive prese a Wuhan riducano i contagi, ma l’epidemia è ormai uscita dalla città e lì, in quelle condizioni, è certamente più difficile bloccarla.

Fonte repubblica.it