GdF, evasione fiscale: sequestrati 9 mln di euro

Sotto la lente d’ingrandimento dei finanzieri è finita una società operante nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti alimentari di Sant’Antonio Abate

Questa mattina i militari del Gruppo della Guardia di Finanza Torre Annunziata hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo per equivalente, per l’importo di 9.140.288,96 euro, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torre Annunziata, su conforme richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di una società operante nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti alimentari di Sant’Antonio Abate, del rappresentante legale nonché dei due amministratori di fatto della stessa società. Secondo la Procura oplontina avrebbe omesso la presentazione della dichiarazione fiscale ai fini Iva per l’anno 2021, con un’evasione pari a 2.731.431,54 euro, e presentato infedelmente quella prevista ai fini delle imposte dirette per lo stesso anno, con un’evasione Ires pari a 6.408.857,42 euro.

L’attività istruttoria, svolta dalla Compagnia della Guardia di Finanza Castellammare di Stabia, avrebbe permesso di rilevare, altresì, che uno dei due amministratori di fatto:

–  dapprima avrebbe costituito la predetta società nominandone rappresentante legale, amministratore e socio unico l’omonimo e coetaneo cugino -a sua insaputa -mediante l’utilizzo di una carta d’identità contraffatta, che riportava la propria effigie ma i dati anagrafici e identificativi dell’ignara vittima;

–  in seguito avrebbe ceduto le predette cariche societarie ad un prestanome, al fine di far ricadere su quest’ultimo le responsabilità penali derivanti dai delitti di omessa e infedele presentazione delle dichiarazioni fiscali, per l’anno d’imposta 2021.

Al contempo, sarebbe stata acclarata la cointeressenza, nella compagine aziendale, del figlio del predetto amministratore di fatto, il quale non solo avrebbe coadiuvato il prestanome sin dall’instaurazione del contraddittorio con la Guardia di Finanza ma, in esito all’attività ispettiva, veniva anche individuato quale reale domìnus della gestione societaria, unitamente a suo padre.

Alla luce delle risultanze emerse è stata, pertanto, emessa la misura ablatoria reale nei confronti della società su indicata, del rappresentante legale e dei due amministratori di fatto della stessa per l’intero ammontare delle somme di denaro corrispondenti all’illecito risparmio d’imposta dalla medesima conseguito.

Durante l’esecuzione del provvedimento cautelare reale, tuttora in corso, sarà posto il vincolo giudiziario su immobili, quote societarie, disponibilità finanziarie e veicoli riconducibili alla società e agli indagati, il cui valore complessivo è in via di quantificazione.