Il ritorno a Materdomini, i turisti e San Gerardo

Ciro Ferrigno racconta della gita tra Lucania e Campania, durante il Covid 19 quando si fermarono dove c’è il Santuario del Santo, con l’aneddoto delle donne che con entusiasmo ritornarono a vedere delle persone ritornare nella loro terra perché erano mesi che non ne vedevano

Foto tratta dalla pagina di Facebook di Ciro Ferrigno

(Fonte Ciro Ferrigno)

Eravamo gli unici ad uscire in gita, durante la pandemia da Covid 19. Naturalmente potevamo farlo quando non c’era il rosso, ma appena si poteva, partivamo. Obbligo di mascherina, il distanziamento, solo il cinquanta per cento dei posti occupati ed il mezzo con la certificazione dell’avvenuta disinfestazione.  Eravamo pochi coraggiosi, ma le giornate, quasi sempre erano belle e limpide e l’aria leggera; niente inquinamento, poco traffico e tanta voglia di rinascere.

Nel maggio del 2021, quando finalmente si allentarono le restrizioni, partimmo per una gita in Lucania e Irpinia. Prima sosta la ricostruita Laviano, immersa nel verde, poi Castelgrande, un borgo bellissimo, anch’esso ricostruito dopo il terremoto dell’Ottanta e poi arrivammo a Muro Lucano, disposta ad anfiteatro lungo il costone della montagna, tale da formare uno scenario incredibilmente bello. Andammo alla ricerca dei ricordi di San Gerardo, nato proprio a Muro e vedemmo i luoghi della sua infanzia, dell’adolescenza e le testimonianze di una santità precoce. 

Nel primo pomeriggio, tornati in Campania, ci fermammo a Materdomini, dove sorge il Santuario di San Gerardo, una delle principali destinazioni del turismo religioso nella nostra Regione. Entrammo in un bar per prendere un caffè e lì successe il parapiglia! L’anziana signora che era seduta all’ingresso, nel vederci entrare tutti assieme, ci chiese nel suo dolce accento irpino: “Siete turisti? Da dove venite? È arrivato un pullman a San Gerardo!?” Rispondemmo di si, che eravamo con un piccolo pullman e la signora, con il “maccaturo” blu a coprirle i capelli, si alzò e corse dentro e chiamò altre donne, che arrivarono vociando, con l’entusiasmo di chi vede tornare lo zio d’America. Erano felici, sorridevano, ridevano e ripetevano: “’E turiste a San Gerardo, so’ turnate ‘e turiste a San Gerarde, Dio sia beneritto!” – In realtà erano mesi e mesi, ci spiegarono, che a Materdomini non si vedeva più un pullman, un gruppo, un turista, un solo pellegrino.

Prendemmo dei caffè, comperammo dei biscotti di loro produzione, ma tanto ci offrivano, con quella generosità che è propria della nostra gente, nei momenti di gioia e di festa. Una voglia di vita, di ripresa, di voltare pagina, quella forza atavica che ha consentito alla cara e martoriata Irpinia di rinascere ogni volta, dopo le dure prove, come il terremoto del 23 novembre 1980.

Andammo via commossi e felici di aver inaugurato un periodo di ripresa e di ritorno alla normalità. Quando siamo tornati a Materdomini di recente, l’abbiamo trovata piena di bancarelle, turisti e pellegrini, per la gioia dei nostri cuori.

(Fonte Ciro Ferrigno)