Lungo sciame sismico nei Campi Flegrei, ancora in serata

Sono state rilevate circa cento scosse, di cui qualcuna ha anche interessata l’area della Solfatara, la più rilavante ha avuto una magnitudo 3,6 ed ha proprio interessato la suddetta precedente area ad una profondità di 2 chilometri alle ore 6.18 del 18 agosto

Foto tratta da newsicilia.it

Redazione – Lungo sciame sismico nei Campi Flegrei ed ancora in serata.

Sono state rilevate circa cento scosse, di cui qualcuna ha interessato l’area della Solfatara, la più rilavante ha avuto una magnitudo 3,6 ed ha proprio interessato la suddetta precedente area ad una profondità di 2 chilometri, alle ore 6.18 del 18 agosto.

Le altre scosse hanno avuto una magnitudo tra 2,0 e 3,1, e più o meno sempre nella stessa zona.

Ancora si registrano, dalle ore 22.14 in poi del 18 agosto, delle piccole scosse sismiche rilevate dai sismografi dell’Osservatorio vesuviano.

Su questi eventi, che seguono qualche altro dei giorni antecedenti, è intervenuto il direttore dell’Osservatorio vesuviano dell’Ingv, Mauro De Vito, il quale sul sito ingvterremoti.com dichiara: “La dinamica dei Campi Flegrei è costantemente monitorata dalle reti di monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano, in stretto contatto con il Dipartimento della Protezione civile. I parametri geofisici e geochimici analizzati, sia in pozzo che nelle emissioni idrotermali, indicano il perdurare della dinamica in corso, con sollevamento del suolo, che presenta nell’area di massima deformazione al Rione Terra una velocità media di circa 15 mm/mese dagli inizi del 2023, e assenza di variazioni geochimiche significative nell’ultima settimana. Anche l’analisi dei dati di deformazione planimetrica del suolo non mostrano variazioni significative rispetto alla caratteristica forma radiale dall’area centrale di Pozzuoli. Allo stato attuale non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni del sistema a breve termine, fermo restando che una eventuale futura variazione dei parametri monitorati (sismologici, geochimici e delle deformazioni del suolo) può comportare una diversa evoluzione degli scenari di pericolosità”.

GiSpa