Omicidio Giulia Tramontano, Impagnatiello e l’infermità mentale

Questa la strategia della difesa per evitare l’ergastolo: visita di un consulente psichiatrico, mentre il 18 gennaio è stata fissata la prima udienza del processo

Foto tratta dalla pagina di Facebook di Giulia Tramontano

Redazione – Si va verso la prima udienza del processo ad Alessandro Impagnatiello per l’omicidio di Giulia Tramontano e del suo bambino che portava in grembo e l’obiettivo dei suoi avvocati è quello dell’infermità mentale.

Questa la strategia della difesa per evitare l’ergastolo: visita di un consulente psichiatrico,

mentre il 18 gennaio è stata fissata la prima udienza del processo.

In aula il 30enne barman si troverà di fronte la presidente della prima corte d’assise, il giudice a latere e sei giudici popolari.

La strategia degli avvocati dell’uomo potrebbe essere quella di orientarsi chiedendo la perizia psichiatrica, ovvero un esame delle sue condizioni psichiche al momento del delitto. Però prima di quel fatidico e drammatico 27 maggio, l’Impagnatiello, che nel frattempo aveva una relazione con una sua collega, poi scoperta da Giulia Tramontano, non risultano agli inquirenti episodi di violenza. Ed intanto in carcere ha ricevuto la visita di un consulente psichiatrico, come riportato da tgcom24.

La linea della procura è quella della premeditazione, perché sostiene che il barman abbia studiato ogni dettaglio del suo piano. Perché ci sono ricerche online, come per esempio quelle su come ci si potesse sbarazzare di un corpo e sull’acquisto di un topicida: il veleno che – in piccole dosi ogni giorno – somministrava alla fidanzata incinta al settimo mese per ucciderla assieme al feto.

Con questo l’accusa formulata dalla procura è quella di omicidio aggravato non solo dai futili motivi, dalla crudeltà e della convivenza, ma anche dalla premeditazione. Secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe messo a punto una strategia per liberarsi di Giulia, ma soprattutto del loro bambino che sarebbe dovuto nascere in estate.