Pandemia, missiva aperta dello scrittore Raffaele Lauro al Presidente Giuseppe Conte

Provvedimenti a singhiozzo non risolutivi, strategia fallimentare

Ieri sera, dopo l’annunzio televisivo delle nuove misure restrittive per il contenimento della pandemia da coronavirus, lo scrittore Raffaele Lauro, ex prefetto ed ex senatore della Repubblica, ha scritto una lettera aperta al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, contestando duramente i provvedimenti a singhiozzo non risolutivi per una radicale inversione di tendenza del contagio: “Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, mi rivolgo direttamente a lei! Avevo sperato che almeno stasera annunciasse un decreto di blocco, per due settimane, solo due settimane, dico due, di tutte le attività sul territorio nazionale, dico tutte, comprese quelle della mobilità urbana ed extraurbana, tutte, con l’unica esclusione di quelle destinate ai servizi sanitari, ai servizi pubblici essenziali e a quelli dell’approvvigionamento alimentare degli italiani. Avevo sperato, invano, che decidesse di impiegare anche l’esercito, oltre a tutte le forze di polizia, per presiedere il territorio nazionale e controllare capillarmente l’osservanza delle norme restrittive varate. Avevo sperato che nominasse un commissario straordinario esperto in questioni di emergenza, piuttosto che un manager, pur bravo, ma inidoneo, a mio giudizio, a governare, con un pugno di ferro, una situazione di questa drammatica portata! Lei non ha capito e nessuno le ha fatto ancora capire che queste misure restrittive progressive non sono risolutive, per niente, perché non in grado di determinare una radicale e definitiva inversione di tendenza nella diffusione del contagio. La sua strategia, diciamo delle autocertificazioni, finora fallimentare, si conferma tale e servirà soltanto a rovinare interi comparti economici, senza tutelare veramente il bene primario della salute degli italiani. Non ci sono altri interessi tra i quali mediare, avvocato Conte, ma un solo interesse da tutelare, unico, supremo: la salute degli italiani, vecchi e giovani. Lei non ha ancora capito che il fattore tempo era e rimane essenziale per uscire dal questo angosciante tunnel. Di questa sua sprovvedutezza, nonché delle sue chiacchiere inutili, di cui si compiace, di questa agonia, lei dovrà rispondere in futuro non solo di fronte alla coscienza del popolo italiano! Le confermo tutta la mia disistima e la mia rabbia”.