Ciao uomo che fece piangere il Brasile

Si è spento per un male incurabile Poalo Rossi il ‘Pablito’ di Spagna 1982

 

Redazione – Addio a Paolo Rossi, l’uomo che fece piangere il Brasile nel mondiale del 1982.

Era nato a Prato ed aveva 64 anni ma il tumore che aveva ai polmoni lo ha portato via nella notte di mercoledì 9 dicembre, la sua dipartita l’ha data la moglie, Federica Cappelletti su Instagram: “Per sempre” le parole che accompagnano la foto.

Nato nella cittadina toscana il 23 settembre del 1956, è stato un calciatore, dirigente sportivo ed opinionista italiano, di ruolo attaccante. Con la nazionale italiana si laureò campione del mondo nel 1982.

Soprannominato Pablito, lo si ricorda principalmente per le sue prodezze e per i suoi gol al Mondiale 1982 dove, oltre a vincerlo, si aggiudicò anche il titolo di capocannoniere. Nello stesso anno vinse anche il Pallone d’oro (terzo italiano ad aggiudicarselo). Occupa la 42ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer. Nel 2004 è stato inserito nel FIFA 100, una lista dei 125 più grandi giocatori viventi, selezionata da Pelé e dalla FIFA in occasione del centenario della federazione. È risultato 12º nell’UEFA Golden Jubilee Poll, un sondaggio online condotto dalla UEFA per celebrare i migliori calciatori d’Europa dei cinquant’anni precedenti.

Insieme a Roberto Baggio e Christian Vieri detiene il record italiano di marcature nei Mondiali a quota 9 gol, ed è stato il primo giocatore (eguagliato dal solo Ronaldo) ad aver vinto nello stesso anno il Mondiale, il titolo di capocannoniere di quest’ultima competizione e il Pallone d’oro.

Paolo Rossi si mise in luce nel Lanerossi Vicenza. Disse un clamoroso ‘no’ al trasferimento al Napoli ed andò al Perugia. Incappò nel primo scandalo scommesse del 1980 e venne squalificato. Poi i trionfali Mondiali in Spagna. Con la Juventus di Giovanni Trapattoni negli anni ’80 ha vinto due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa delle coppe, una Supercoppa europea e la Coppa dei campioni nel 1985.

GiSpa