I fulmini di De Luca sull’apertura tra le regioni

Il governatore è inflessibile: “Controlli e test rapidi per prevenire focolai epidemici

 

Campania – Dalla prossima settimana si ci avvia ad una ripresa della mobilità generalizzata tra le regioni e qui si scatenato i tuoni del governatore Vincenzo De Luca.

Il premier Giuseppe Conte, dopo un collegamento pomeridiano con i capidelegazione per valutare insieme i dati dell’Istituto Superiore di Sanità che non segnalano situazioni critiche e l’indice di trasmissione del contagio (RT) è sotto il livello di allarme, ovvero sotto l’1, pressoché in tutte le regioni e che il ministro della Salute Roberto Speranza ha fatto arrivare a palazzo Chigi, in notturna dà il va libera agli spostamenti tra regioni. Specialmente dopo il collegamento da palazzo Chigi con i capidelegazione ed i ministri Franceschini, Fraccaro, Lamorgese, Di Maio, Boccia, Bellanova e Speranza.

Saputa la notizia del via libera il governatore De Luca è inflessibile: “Adotteremo, senza isterie ed in modo responsabile, insieme ai protocolli di sicurezza già vigenti, controlli e test rapidi con accresciuta attenzione per prevenire per quanto possibile, il sorgere nella nostra regione di nuovi focolai epidemici”.

Lo stesso fa un preambolo sulla questione: “Abbiamo riconfermato la nostra solidarietà incondizionata ai nostri concittadini della Lombardia, e al Presidente Fontana rispetto ad aggressioni che nulla hanno a che vedere con un dibattito politico e di merito civile. Noi non abbiamo dimenticato neanche per un attimo, la tragedia immane che ha colpito tanti territori lombardi e tante famiglie. Ciò premesso, riteniamo di dover sottolineare che davvero non si comprende quali siano le ragioni di merito che possono motivare un provvedimento di apertura generalizzata e la non limitazione della mobilità nemmeno per le province ancora interessate pesantemente dal contagio”.

La frecciata va ovviamente al Governo: “Si ha la sensazione che per l’ennesima volta si prendono decisioni non sulla base di criteri semplici e oggettivi ma sulla base di spinte e pressioni di varia natura. Si poteva decidere semplicemente – togliendo i nomi delle regioni – che i territori nei quali nell’ultimo mese c’era stato un livello di contagi giornalieri superiore a un numero prefissato (200 – 250 – 300…) fossero sottoposti a limitazioni nella mobilità per un altro breve periodo”.

Chiarisce: “Se la mia regione avesse ancora oggi un livello di contagio elevato, non esiterei a chiedere io, per un dovere di responsabilità nazionale, una limitazione della mobilità per i miei concittadini. Ciò detto, valuteremo le decisioni del governo, se e quando saranno formalizzate”.

Ed allora si potrebbe passare a dei controlli e test rapidi con accresciuta attenzione per limitare il più possibile il contagio del Covid-19.

GiSpa