GdF sequestra 100mila euro per truffa Covid

Ci sono 17 indagati perché incassavano le indennità del Decreto Cura Italia per conto di persone ignare di ricevere tali contributi economici

Nei giorni scorsi il Gruppo della Guardia di Finanza Torre Annunziata ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo – emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica – e alla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 17 soggetti, tutti indagati, a vario titolo, per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico e sostituzione di persona.

I provvedimenti cautelari reali eseguiti sono stati emessi all’esito di indagini complesse di più ampio respiro espletate dalla Compagnia della Guardia di Finanza Massa Lubrense, sotto il coordinamento della Procura oplontina, scaturite da una denuncia presentata, nei confronti di ignoti, da parte di una donna in merito ad un’ipotesi di truffa ai propri danni, relativa all’indennità a favore dei collaboratori sportivi, misura assistenziale di 600 euro mensili.

In particolare, la denunciante esponeva che, accedendo al proprio “cassetto fiscale ” telematico presente sul sito dell’I.N.P.S. per acquisire la Certificazione Unica 2021, risultava destinataria – unitamente a quella regolarmente emessa dall’effettivo datore di lavoro – di un’ulteriore C.U. inerente a redditi percepiti nel corso del 2020 per € 3.200,00 quale collaboratore presso una struttura sportiva ubicata in Massa Lubrense, pur non avendo ella mai svolto alcuna prestazione di lavoro in tale settore.

Dalle attività d’indagine – effettuate tramite consultazioni delle banche dati, l’assunzione di sommarie informazioni nei confronti dei soggetti risultati “formalmente” percettori del contributo nonché l’analisi della copia forense dei dispositivi elettronici in possesso del principale indagato – è emerso che quest’ultimo, titolare di una struttura sportiva, avrebbe perpetrato, con la complicità di altri 16 soggetti, una truffa sistematica finalizzata ad ottenere l’indennità introdotta dal DL “Cura Italia” nei confronti di soggetti ignari, figuranti, a loro insaputa, quali richiedenti il beneficio alla predetta società erogatrice.

In particolare, il sistema messo in atto avrebbe consentito l’indebita percezione dei contributi destinati ai collaboratori sportivi – per un importo totale di € 109.400,00 riferiti a 36 domande presentate – attraverso articolati artifizi consistiti nella trasmissione, agli Enti competenti, di documentazione istruttoria artefatta ovvero nell’utilizzo di dati e documenti relativi a soggetti (nella maggior parte) non consapevoli, procurando un ingiusto vantaggio con pari danno nei confronti sia degli Enti pubblici eroganti sia degli ignari soggetti nei cui confronti veniva formulata la richiesta di beneficio. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale oplontino, condividendo la ricostruzione investigativa operata dalla Procura della Repubblica sulla base delle attività svolte dalla Guardia di Finanza, ha ordinato il sequestro preventivo, anche nella forma per equivalente, delle somme indebitamente percepite, sino alla concorrenza di € 109.400,00.

In sede di esecuzione è stata sottoposta a sequestro l’intera somma, ripartita in 24.690 euro rinvenuti in contanti durante le perquisizioni, 50.260,70 euro corrispondenti a disponibilità giacenti sui rapporti finanziari riconducibili agli indagati nonché in un bene mobile registrato, del valore di 34.449,30 euro, di proprietà del principale indagato, per un ammontare complessivo pari a 109.400 euro.