L’amore vero che ti ferma in “Senza Fine” di Gabriele Romagnoli

Se il primo era l’inizio dell’avventura, l’ultimo è quello che ti riscatta dandoti più certezze e stabilità

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                                         Via Cesina, foto tratta da google.com/maps

 

Meta – Gabriele Romagnoli nel suo libro “Senza Fine” parla dell’amore vero quello che ti ferma, che ti riscatta dandoti più certezze e stabilità dopo quello che in passato ti aveva dato incertezze.

Nel verde della collina metese, al Giardino dei Polli, nei pressi del cimitero, nell’ambito di “Letti in giardino”, alle ore 20:30, dialogando con Marilù Ruggiero, lo scrittore bolognese si cimenta con quello che apparentemente è l’opposto del primo amore, che è l’inizio dell’avventura, la prima di una lunga serie di incertezze che ci accompagneranno lungo il cammino. Il desiderio di fermarsi, la certezza di non voler avere altro e di non voler essere altro. C’è tutto questo nell’ultimo amore: che sia una donna incontrata per caso o la riscoperta della donna che da sempre si ha accanto.

E questo ritrovamento non è meno avventuroso dell’altro, del primo, perché “la vita è noiosa, ma il destino imprevedibile. Una scrive regole, l’altro mette in nota eccezioni. Poche, perché è pigro e perché non le meritiamo. È tutto già scritto, ineluttabile e barboso. Salvo che siamo ancora qui e possiamo giocarcela”.

L’amore, una parola può intendere un’ampia varietà di sentimenti ed atteggiamenti differenti, che possono spaziare da una forma più generale di affetto (“amo mia madre; amo mio figlio”) sino a riferirsi ad un forte sentimento che si esprime in attrazione interpersonale ed attaccamento, una dedizione appassionata tra persone oppure, nel suo significato esteso, l’inclinazione profonda nei confronti di qualche cosa.

Gli antichi Greci hanno individuato quattro forme primarie di amore: quello parentale-familiare (storge), l’amicizia (philia), il desiderio erotico ma anche romantico (eros), infine l’amore più prettamente spirituale (agape, il quale può giungere fino all’auto-annientamento o kenosis); gli autori moderni hanno distinto anche altre varietà di amore romantico, mentre le tradizioni non occidentali contengono varianti o simbiosi di questi stati.

Nell’ambito della psicologia esso consiste in un rapporto duale basato su uno scambio emotivo generato dal bisogno fisiologico della gratificazione sessuale e dal bisogno psicologico dello scambio affettivo. L’amore nelle sue varie forme agisce come un importante facilitatore nella relazione interpersonale e, data la sua importanza psicologica centrale, è uno dei temi più comuni trattati nelle arti creative; può infine essere inteso anche come un modo per tenere uniti gli esseri umani contro le minacce provenienti dall’ambiente esterno e per aiutare la riproduzione umana e la conseguente continuazione della specie.

Gabriele Romagnoli (Bologna, 1960) è un giornalista, scrittore e sceneggiatore italiano, si è laureato in Giurisprudenza all’Università di Bologna, nel 1987 con il racconto Undici Calciatori, nell’antologia Giovani Blues (Transeuropa), facente parte del progetto “Under 25” ideato da Pier Vittorio Tondelli.

Pubblica il suo primo libro, Navi in bottiglia, 101 microracconti, nel 1993. Seguono il libro per ragazzi Video cronache (1994) e Oggetti da smarrire l’anno successivo (1995), quindi In tempo per il cielo (1995), e Passeggeri – Catalogo di ragioni per vivere e volare (1998).

Dopo una breve pausa pubblica nel 2001 Louisiana blues, a metà fra il diario di viaggio e la galleria di ritratti, nel 2004 L’artista, che ha vinto tra l’altro il premio Garda, e nel 2006 Non ci sono santi (Viaggio in Italia di un alieno).

Nel 2007 pubblica una raccolta di monologhi, Il vizio dell’amore, che verranno poi trasformati in cortometraggi interpretati da trenta attrici di cinema e teatro, tra le quali figurano Amanda Sandrelli, Paola Pitagora, Isabella Ferrari, trasmessi in seguito dal canale televisivo satellitare Fox Life. Romagnoli figura tra gli sceneggiatori di Uno bianca e Distretto di Polizia. Ha scritto i testi di Con le mani, un’azione scenica liberamente ispirata a Il quarto stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo.

Dal 1997 al 1999 è inviato a New York per il quotidiano italiano La Stampa, occupandosi soprattutto della questione della pena di morte; contemporaneamente partecipa in qualità di inviato ad alcune trasmissioni di Gad Lerner. Ha collaborato con diversi periodici e quotidiani, tra cui la Repubblica, Vanity Fair, Diario e Avvenire.

Dopo aver vissuto al Cairo, nel novembre 2003 si è trasferito a Beirut, in Libano.

Nel gennaio 2011 viene nominato direttore del mensile GQ, edito da Condé Nast, al posto di Michele Lupi, mantenendo tale carica fino al giugno 2013.

Il 25 agosto 2014 si è sposato a New York con la giornalista Paola Saluzzi.

Il 17 febbraio 2016 viene nominato direttore di Rai Sport dal consiglio di amministrazione dell’azienda, insediandosi il 7 marzo; si dimette da tale incarico il 1º agosto 2018.

Dal 15 aprile 2019 tiene sul sito del quotidiano la Repubblica una rubrica chiamata “La prima cosa bella”.

GiSpa