Meta, tratto della amalfitana: un appello per ricostruire

Sia dal comune costiero che dal Wwf Terre del Tirreno all’Anas


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Meta – Si ci sta movimentando per far smuovere le acque per ricostruire il tratto crollato della statale amalfitana, questo è l’appello che arriva sia dal comune costiero che dal Wwf Terre del Tirreno all’Anas, anche per ripiantare la monumentale rovella.

Sul rivo Lavinola che segna il confine con Piano di Sorrento, cresceva questo monumentale che da anni aveva resistito a tutte le intemperie, ma che oggi non ha potuto più precipitando verso il vallone. Tutti si stanno muovendo perché al più presto questa quercia ritorni al suo posto, ma non solo, ma anche perché si ci sbrighi a mettere in atto tutte le procedure burocratiche da avviare per permettere che al più presto inizino i lavori di ricostruzione del tratto stradale che ha ceduto anche per il transito ai veicoli. Un esemplare che è stato censito dal Wwf, e che costituiva una delle icone del paesaggio e della geografia di questi luoghi, che vedendo le sue imponenti dimensioni, è considerato uno degli ultimi alberi secolari presenti sul territorio metese, non solo, ma anche dell’intera costiera, e degni di apposizione del vincolo monumentale.

La rovella è una specie di quercia più diffusa in Italia, tanto che in molte località è chiamata semplicemente quercia. Appartiene alla famiglia delle Fegacee ed è un albero a crescita lenta, è resistente all’aridità ed è capace di adattarsi anche a climi relativamente freddi. È facilmente riconoscibile d’inverno in quanto mantiene le foglie secche attaccate ai rami, a differenza delle altre specie di querce. Il principale carattere diagnostico per identificare la specie è quello di sentire al tatto le foglie o le gemme: sono ricoperte da una fine peluria che si può facilmente apprezzare. La rusticità e plasticità di questa pianta, grazie soprattutto all’enorme vitalità della ceppaia, ha permesso alla roverella, attraverso i secoli, di resistere agli interventi distruttivi dell’uomo.

Ma oggi non ha resistito allo sgretolarsi del terreno, per cui subito dopo il crollo, gli ambientalisti si sono attivati per salvare la roverella, ipotizzando di reimpiantandola in un altro sito. Le verifiche eseguite dagli esperti hanno mostrato come l’apparato radicale della pianta sia ancora intatto, il che ne rende ancora possibile il recupero.

Questo è stato fatto presente in una lettera inviata dal dirigente comunale alla’Anas, nella quale si chiede di sollecitare al ripristino dello stato dei luoghi ed il reimpianto della quercia.

 

GISPA