Piano, il libro sulla marineria napoletana settecentesca

Sarà presentato a villa Fondi l’11 agosto e si metterà in luce le professionalità e l’imprenditorialità marinare dell’area napoletana e dintorni

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Piano di Sorrento – Sarà presentato a villa Fondi l’11 agosto, il libro “Al servizio della Capitale e della Corte” che parla sulla marineria napoletana del settecento e si metterà in luce le professionalità e l’imprenditorialità marinare dell’area napoletana e dintorni.

Quando sulle spiagge del golfo di Napoli, da monte di Procida fino a punta Campanella, si costruivano i velieri che solcavano i mari del Mondo, andando dall’Estremo oriente fino al continente americano.

Ma già in età vicereale i velieri costruiti sulle spiagge di Procida e della Penisola sorrentina collegavano i porti pugliesi con Napoli, per assicurare i rifornimenti annonari ad una città che nel Mediterraneo per popolazione era seconda solo a Istanbul.

Il mare non bagna Napoli? Un’immagine letteraria divenuta motivo ricorrente ed a volte fuorviante. Invece è certo che “il mare bagna” il golfo di Napoli, le sue coste e le sue isole, da cui negli ultimi secoli sono nati gruppi armatoriali di dimensione nazionale ed internazionale. Le ricerche presentate in questo volume contribuiscono a mettere in luce che le professionalità e l’imprenditorialità marinare dell’area napoletana e dintorni hanno le loro radici nel Settecento, grazie al risveglio civile ed economico e alle riforme promosse da Carlo di Borbone.

I mutati equilibri politici nel Mare nostrum ed il riordino legislativo del comparto marittimo, avviato dalla monarchia borbonica, permisero al regno di affrancarsi dal naviglio straniero nel commercio marittimo interno e consentirono ai più intraprendenti equipaggi napoletani di inserirsi su tutte le rotte mediterranee, per esportare i prodotti agricoli delle province meridionali, e di inoltrarsi oltre Gibilterra verso i porti del nord Europa e verso le Antille.

Il ritorno di Napoli al ruolo di capitale e la presenza di corte e governo contribuirono in maniera determinante allo sviluppo delle imprese armatoriali dei centri marinari del Golfo, ai cui equipaggi furono affidati tutti i trasporti per la regia Corte, il sovrano e la sua famiglia. Ciò non sarebbe stato possibile se non vi fosse stata una città come Napoli: antica sede universitaria, ai cui stimoli culturali si dovettero i progressi conseguiti nell’istruzione nautica, e da sempre sede di una rete di agenzie commerciali — napoletane e straniere — in grado di collocare merci e noli sul mercato internazionale.

Il volume scritto da Biagio Passero, Maria Sirago e Pasquale Bruno Trizio, verrà proposto la pubblico nella sera dell’11 agosto sulla terrazza di villa Fondi con il favoloso scenario del golfo di Napoli che fa da sfondo, che ha visto solcare quei velieri, o bastimenti, che hanno raggiunto i porti più lontani del Globo.

Ne discuteranno assieme a Vincenzo Russo due degli autori: Biagio Passero e Pasquale Bruno Trizio, con Amedeo Lepore e Mario Rastrelli.

GiSpa