Quarant’anni fa la terra sussultò anche in costiera sorrentina

La città che pagò il maggior prezzo di vite umane fu Piano di Sorrento

Foto tratta dal diario di Facebook di Piergiorgio Sagristani

 

 Costiera sorrentina – Quarant’anni fa la terra tremò anche in costiera sorrentina ed il ricordo di quella sera resterà impresso nelle menti e nei cuori di intere generazioni.

Il terremoto colpì alle 19:34:53 di domenica 23 novembre 1980: una forte scossa della durata di circa 90 secondi, con un ipocentro di circa 10 km di profondità, colpì un’area di 17.000 km² che si estendeva dall’Irpinia al Vulture, posta a cavallo delle province di Avellino, Salerno e Potenza. I comuni più duramente colpiti (X grado della scala Mercalli, 6,9 scala Richter) furono quelli di Castelnuovo di Conza (SA), Conza della Campania (AV), Laviano (SA), Lioni (AV), Sant’Angelo dei Lombardi (AV), Senerchia (AV), Calabritto (AV) e Santomenna (SA).

Foto tratta dal diario di Facebook di Piergiorgio Sagristani

Paesi interi furono rasi al suolo, i morti che si contarono alla fine furono, secondo delle fonti attendibili, 2914, circa 280.000 furono gli sfollati, 8.848 feriti, allora non esisteva la Protezione civile, anche se a livello governativo negli anni ’70 era stato paventato qualcosa di simile, i soccorsi furono tardivi, ma tutta la Nazione si mosse in aiuto della Campania e della Basilicata.

La costiera sorrentina non fu esente da crolli, sono emblematiche le foto scattate e le immagini girate, dei palazzi crollati ed in special modo a Piano di Sorrento, dove sotto di essi vi furono le dieci persone morte, perlopiù giovani.

Foto tratta dal diario di Facebook di Piergiorgio Sagristani

Forse le foto più emblematiche sono quella del crollo di parte della villa Fondi, dove le macerie sommersero un’auto con il suo conducente che stava passando in quel tragico momento, e quella del crollo della parte superiore della facciata della basilica di San Michele Arcangelo.

Il sindaco Vincenzo Iaccarino ricorda così quel tragico evento dal quale sono passati 40 anni: “Sono trascorsi quarant’anni da quella sera del 23 novembre quando la terra tremò devastando Campania e Basilicata infliggendo una ferita mortale al territorio e alle sue popolazioni.

La nostra comunità di Piano di Sorrento pagò un prezzo salato al sisma con i suoi dieci morti e una parte del paese crollato.

Uno scenario di devastazione e di morte che resterà impresso per sempre nella memoria di chiunque abbia vissuto quei tragici momenti”.

Ogni anno “da allora non è trascorso anno che, come Amministrazione Comunale, non ricordassimo quel giorno e chi ebbe la sfortuna di morire sotto le macerie. La lapide con i nomi delle vittime nell’aiuola dei giardinetti di Via delle Rose vuole rappresentare l’affetto della nostra Città a quei morti e alle loro famiglie.

Se, a distanza di 40 anni, siamo ancora qui a ricordare è perchè quelle morti abbiano un senso e ci impegnino a rinnovare l’attenzione, soprattutto delle giovani generazioni, sui rischi che incombono sull’umanità per il verificarsi di calamità naturali dalle quali solo in parte siamo in grado di difenderci attraverso la conoscenza e la prevenzione che devono essere attuate come istituzione e come cittadini consapevoli e responsabili.

Infine conclude: “Mi piace identificare come simbolo della rinascita post-sisma di Piano di Sorrento la Villa Fondi, crollata e ricostruita dall’Amministrazione Comunale e divenuta il monumento della rinascita del popolo carottese quale luogo di incontro di storia e cultura, testimonianza di radici che difendiamo e onoriamo con il nostro impegno quotidiano per il bene comune.

Oggi come ieri”.

Anche il sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, ricorda tramite la sua pagina del social Facebook, postando la foto de Il Mattino dell’epoca, quel terribile evento: “Il 23 novembre 1980 un terribile terremoto in Irpinia provocò oltre 3mila morti. Sono passati quarant’anni da quella pagina dolorosa della nostra storia. Una tragedia che colpì nel profondo la nostra Sorrento, una ferita nel cuore di tutti noi. Il sisma infatti provocò vittime anche in penisola sorrentina. Il mio pensiero oggi è a quanti quel giorno persero la vita e alle loro famiglie. Bisogna ricordare e onorare chi in quei giorni terribili ha perso tutto”. Piergiorgio Sagristani, sindaco di Sant’Agnello postando alcune foto tragiche di quei giorni, ricorda il triste evento così: “Terremoto 23 novembre 1980…40 anni fa la distruzione, il dolore e lo strazio per non dimenticare mai!!!”.

GiSpa