Non c’è bisogno di condotte abusive che sversano illecitamente i liquami nei corsi d’acqua per inquinare. Anche gli stoccaggi illeciti di rifiuti speciali possono essere causa di inquinamento ambientale
Martedì 24 Novembre 2020 di Petronilla Carillo (Fonte ilmattino.it)
Non c’è bisogno di condotte abusive che sversano illecitamente i liquami nei corsi d’acqua per inquinare il Sarno. Anche gli stoccaggi illeciti di rifiuti speciali possono essere causa di inquinamento ambientale perché le aree utilizzate spesso non hanno le debite «protezioni» e le sostanze tossiche, attraverso il terreno, finiscono in piccoli rigoli d’acqua. Lo hanno dimostrato con grande tenacia i carabinieri del Noe di Salerno, agli ordini del maggiore Giuseppe Capoluongo, le cui relazioni hanno convinto prima i sostituti procuratori Anna Chiara Fasano e Claudia Colucci, coordinate dal procuratore capo Antonio Centore, poi il gip del tribunale nocerino che ha emesso due provvedimenti di sequestro preventivo di altrettante aree «fuorilegge» proprio per lo stoccaggio di rifiuti speciali.
Si tratta di due aziende, di Sarno e di Pagani, che rientrano tra le 247, operative in diversi settori a ridosso di canali di depurazione, irrigamento, torrenti e affluenti del Sarno e che da questa estate sono finite sotto le luci dei riflettori di tre procura: Nocera Inferiore, Avellino e Torre Annunziata. Controlli che hanno riguardato, nelle settimane scorse, anche gli uffici comunali dei territori che sono attraversati dal» Sarno ed ai suoi affluenti, per verificare anche documentalmente l’esistenza di condotte regolari e il giusto utilizzo dei fondi per la realizzazione dei sistemi fognari. Secondo gli inquirenti, difatti, oltre agli opifici, anche le residenze provate avrebbero sistemi irregolari di smaltimento dei reflui. Questo ha comportato l’acquisizione di diversi documenti e banche il sequestro di sei opifici nel giro di pochi giorni.
Nei guai finisce la So.I.Ge.A. srl, un impianto che si occupa di recupero rifiuti speciali non pericolosi ed ha sede in via Ingegno, nell’area Pip di Sarno. Il responsabile della società è stato denunciato per gestione dei rifiuti non autorizzati e sanzionato in base al testo unico ambientale. Si tratta di Paolo Maiorino, 68 anni, noto anche per la sua passione calcistica che lo ha portato a diventare presidente della Nocerina Calcio. La sua azienda, dispone di una superficie complessiva di oltre 12.000 metriquadrati, di cui oltre 3.000 coperti. Conta 300 dipendenti con vari livelli di specializzazione e 50 impiegati amministrativi e tecnici. Oltre ad un vasto parco automezzi. È qui che i militari del Noe hanno condotto gli accertamenti che hanno fatto emergere le irregolarità. In particolare, l’illecito utilizzo a discarica di una superficie di 2.000 metriquadrati, su cui erano stoccate circa 700 tonnellate di miscele bituminose, rifiuti da demolizione e terre da scavo: l’area è stata così posta sotto sequestro. I controlli hanno riguardato un impianto di recupero e riciclaggio di cascami e rottami metallici, la Sa.Ma.Fer dove è stata rilevata la presenza di circa 35 tonnellate di rifiuti speciali costituiti da metalli ferrosi, apparecchiature fuori uso, ferro e acciaio ed imballaggi in materiali compositi, stoccati illecitamente ed in modo incontrollato in un’area di piazzale scoperta ed esposti agli agenti atmosferici. L’area di circa 400 metriquadrati è stata sequestrata. Anche in questa circostanza la legale rappresentante, Mariangela Giordano, 34enne di Pagani, è stato denunciata.
di Petronilla Carillo (Fonte ilmattino.it)