UN’ARTISTA A TUTTO TONDO: ANGELA VINACCIA

La slupatura era di per sé un’arte dei contadini, un’operazione chirurgica che si effettuava con mazzola e scalpello per asportare le parti marce o infette del tronco o di un ramo di un albero di agrumi

(Fonte eugeniolorenzano.wordpress.com)

“Mio padre era un contadino, ed era specializzato nelle slupature degli alberi di agrumi.”. Così inizia la mia chiacchierata con la scultrice e pittrice Angela Vinaccia di Piano di Sorrento. La slupatura era di per sé un’arte dei contadini, un’operazione chirurgica che si effettuava con mazzola e scalpello per asportare le parti marce o infette del tronco o di un ramo di un albero di agrumi; insomma era una vera e propria scultura ad asportazione non artistica. Angela, classe’ 48 rimaneva incantata da bambina da quel maneggiare mazzola e scalpello da parte del padre ed ancor più dal legno stesso che veniva asportato dal tronco e mi mostra con fierezza due degli scalpelli paterni che custodisce gelosamente. Maestra Vinaccia è un’autodidatta assoluta in relazione all’arte; iniziò a 13 anni con un cacciavite appuntito ad intagliare il legno, ma dopo un piccolo incidente al palmo della mano decise di desistere. Ma chi sente l’arte nel sangue, non desiste del tutto e quindi la giovanissima Angela si dedicò anima e corpo a soli 16 anni al disegno ed alla pittura, soprattutto quella figurativa. Subito ottenne consensi e successi, tanto da vincere un concorso bandito dal Comune di Piano di Sorrento che le permise la sua prima mostra personale nello studio d’arte “Pasquale Galano”. L’arte pittorica della Vinaccia divenne notevole in quel frangente e quindi si affermò a livello regionale prima e nazionale poi con una serie di interessanti mostre alle Terme Stabiane, a Castellammare di Stabia, a Salerno, Caserta, alla Galleria “studio D” di Napoli ed addirittura fuori regione nella “Galleria dell’artista” a Foggia. Anche in luoghi più mondani, come il Palazzo Murat a Positano, gli Incontri internazionali del Cinema di Sorrento, le mostre di Angela fecero parlare giornali e riviste specializzate. Ma l’eco più vasta di successo Angela la ottenne nel 1995 a Ferrara relativamente ad una mostra su Torquato Tasso in occasione dell’anniversario di morte del poeta sorrentino; un suo quadro venne scelto per una cartolina con speciale annullo postale del Comune di Ferrara. Nel 1995 organizzò una mostra d’arte intitolata “Divina Commedia” costituita da 66 acquerelli e 4 tele rappresentanti soggetti danteschi e si dedicò anche con passione a dipingere 4 tele per la Cappella di S. Maria della Misericordia a Meta, sita in Via Vocale. Altresì si è dedicata all’iconografia bizantina con una serie di brevi esposizioni nelle chiese locali. Ma Maestra Vinaccia si è sempre sentita più scultrice che pittrice (il primo amore non si dimentica mai…), infatti parallelamente all’attività pittorica ad inizio anni ‘ 80 ricomincia a dedicarsi alla scultura ed in particolare all’intaglio del legno. Mi rivela, con convinzione e sensibilità, che mai e poi mai taglierebbe un albero per poi ottenerne una scultura; il legno da utilizzare è solo quello di risulta, quasi a voler dargli una nuova vita. Spesso Angela si reca nei giardini di parenti ed amici alla ricerca di pezzi di alberi da essere trasformati poi in stupende sculture. Il legno che Angela preferisce è l’olivo, ma non disdegna l’arancio ed il castagno; talvolta ha anche utilizzato vecchie travi in castagno. Mi mostra con una punta d’orgoglio un’aquila in legno ottenuta da un olivo con lavorazione double face sull’altro versante rappresentante Ganimede; belli un gruppo di sirene in olivo, un tavolo in ontano che ha sapientemente trasformato ed una “coppia” in castagno. Abilissima nello scegliere i pezzi di albero di risulta soprattutto per ottenerne sculture inerenti serpenti e bastoni artistici. Il vero capolavoro di scultura della scultrice è un “Cristo con dolore di madre” ottenuto da un tronco di arancio, dove è riuscita a coniugare una crocifissione nella parte alta con un’artistica espressività della Madonna, quindi di una madre, nella parte bassa. La scultura della Vinaccia è una scultura a togliere e quindi si è anche impegnata nella lavorazione del tufo grigio e del piperno con sculture dal titolo “i due volti della vita”, “Bacco” e “Ninfa” ed ha anche scolpito la lava vesuviana ottenendo un interessante “Ulisse” ed una “Mamma con bambino”. La scultrice-pittrice é stata sempre ausiliata dal marito Giovan Battista Castellano e dalle due figlie. Angela è stata inserita nel “Catalogo di arte contemporanea”, nel “Bolaffi arte” e nel libro “Pittori Sorrentini” di Lorenzo Piras. Hanno scritto di lei: Vittorio Cuomo, Cecilia Coppola, Salvo Garufi, Luca Vespoli, Tommaso Di Prisco, Paolo De Orsi, Gaetano Pagano, Giosuè Fucito, Gennaro Pane ed altri critici ed appassionati d’arte. Insomma Maestra Vinaccia è proprio un’artista a tutto tondo… sarebbe il caso di dire.

EUGENIO LORENZANO

 

(Fonte eugeniolorenzano.wordpress.com)