Fiume Sarno, dopo disinquinamento ci sarà il dragaggio

Lo ha anticipato i queste ultime ore il capogruppo del PD in regione Campania, Mario Casillo che ha sottolineato la battaglia che si sta conducendo per sua la bonifica e per il totale disinquinamento

Redazione – Dopo il disinquinamento ci sarà il dragaggio del fiume Sarno.

Lo ha anticipato in queste ultime ore il capogruppo del PD in regione Campania, Mario Casillo che ha sottolineato la battaglia che si sta conducendo per sua la bonifica e per il totale disinquinamento, ma anche per evitare gli allagamenti.

L’obiettivo era quello di eliminare tutti gli scarichi abusivi che per anni avevano inquinato non solo il corso del fiume ma anche tutta la costa che dalla sua foce a Torre Annunziata arriva fino a Castellammare di Stabia, ma anche in qualche caso quella della costiera sorrentina. Una costa vesuviano stabiese che non era balneabile, ed ora in seguito di questi interventi, sembra essere in procinto di essere completamente recuperata.

Il capogruppo PD Mario Casillo, sul dragaggio spiega che “si tratta di un intervento di dragaggio, quindi consisterà nel rimuovere tutti questi sedimenti e quindi riportare il fiume a quello che era una volta. Questo è solo per farvi capire cosa sarà il fiume da qui a qualche anno, dopo che avremo completato, come sapete entro il 2025, il totale disinquinamento e, quindi, la chiusura di tutti gli scarichi. Ma dopo la chiusura degli scarichi, l’intervento che continuerà sarà appunto quello di rimuovere, quindi, effettuare un’opera di dragaggio e riportare la portata idraulica che consentirà non solo di avere un fiume disinquinato, ma anche di evitare gli allagamenti, perché questa è una di quelle zone dove sistematicamente alle prime piogge ci sono allagamenti. L’acqua invade le strade e più a monte invade anche le campagne e i terreni e quindi influisce sull’agricoltura”.

Riferendosi agli allagamenti che si hanno nella zona di Castellammare di Stabia.

Sarà questo l’ultimo step per il pieno recupero del fiume “più inquinato d’Europa” che potrebbe, da qui a qualche anno, divenire da problema a risorsa del territorio.

GiSpa